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Amministratore di condominio e appropriazione indebita: come recuperare il denaro sottratto

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L’articolo in oggetto, premessi brevi cenni sul reato di appropriazione indebita posto in essere dall'amministratore di condominio, esamina le varie possibilità in capo ai condomini per recuperare le somme di denaro indebitamente sottratte

A15442 Appropriazione Indebita  Min

Quando si può parlare di appropriazione indebita?

Analizziamo in questo articolo un reato particolarmente odioso che purtroppo molti condomini sono costretti, ad oggi, loro malgrado a subire. Come accennato in premessa si tratta del delitto di appropriazione indebita posto in essere dall’amministratore di condominio.
La fattispecie in esame, secondo quanto disposto dall’art. 646 c.p., punisce colui che avendo a qualsiasi titolo il possesso del denaro o della cosa mobile altrui , se ne appropria, al fine di procurare a se o ad altri un ingiusto profitto. Si tratta di un reato plurioffensivo, nel senso che la condotta criminosa lede non solo il diritto di proprietà, ma anche il rapporto fiduciario tra proprietario e soggetto sul quale incombe l’obbligo di restituire la cosa posseduta. Per appropriazione si deve intendere una interversio possessionis, ovvero un cambiamento del comportamento del soggetto attivo che mostra in modo inequivoco di trattare la cosa come propria; atti tradizionalmente identificati nella consumazione, alienazione, ritenzione e distrazione della cosa.

L’amministratore di condominio può porre in essere il delitto di cui all’art. 646 c.p.?

Truffa condominio
Appare evidente che l’amministratore di condominio che fa “sparire” denaro condominiale ponga in essere il reato in oggetto. Ed infatti, risulta essere pacifico che egli abbia il possesso dei beni o denaro condominiali per ragioni legate al suo ufficio e che sussista – o dovrebbe sussistere – quindi un rapporto fiduciario tra i legittimi proprietari (i condomini) e lo stesso amministratore. Al riguardo è recentissimamente intervenuta la Corte di Cassazione, la quale ha affermato che “Compie appropriazione indebita l’amministratore del condominio che finalizza le casse condominiali a una destinazione incompatibile con il titolo giustificativo del loro possesso, laddove il titolo implica il divieto di utilizzare il denaro per scopi differenti da quello cui era destinato, ossia le spese dell’ente di gestione, dovendosi ritenere che l’amministratore abbia l’obbligo di gestire con trasparenza il denaro dei singoli proprietari esclusivi.”(Cass., Sez. II., 14 aprile 2019, n. 17471).

Che forme di tutela può avere il condominio?

Il condominio che si rende conto di aver subito un danno di natura patrimoniale dalle condotte criminose dell’amministratore di condominio può agire in diversi modi.
In primo luogo, il consiglio che si da è quello di sfiduciare immediatamente l’amministratore in carica, nominarne uno nuovo e chiedere a questi di ricostruire con esattezza la situazione patrimoniale del condominio.
In secondo luogo, occorre riunire l’assemblea condominiale quanto prima possibile (occhio infatti ai termini per la presentazione di un’eventuale querela!) ed, alla presenza di un avvocato, valutare le vie percorribili.
Nello specifico si fa riferimento a due strade possibili: azione civile o azione penale. Quanto alla prima, essa consiste nella citazione a giudizio dell’amministratore davanti a un giudice civile. Tale tipologia di processo, di regola, ha in Italia durata molto lunga ed è pertanto sconsigliata.
Diversamente nell’ambito dell’azione penale è possibile costituirsi parte civile (https://www.tuteladiritti.com/la-costituzione-di-parte-civile-nel-processo-penale-come-farla-e-perche-preferirla-alla-classica-azione-civile/), ed ottenere in tal modo in tempi molto più rapidi una condanna per l’amministratore che ha commesso il reato e contestualmente un risarcimento per il danno subito.Fac simile querela
Ma vi è di più. La procedura che si segue per intraprendere un’azione di tipo penale prende le mosse dalla predisposizione e dal deposito presso la Procura della Repubblica di una denuncia-querela. Tale circostanza può essere utilizzata nella realtà fattuale come arma da parte del condominio nei confronti del reo. Ed infatti, il pericolo concreto di rischiare una condanna di carattere penale potrebbe convincere l’amministratore disonesto a restituire il denaro indebitamente sottratto al fine di ottenere una remissione di querela.
Spieghiamo meglio questo concetto per coloro che non sono addetti ai lavori. L’appropriazione indebita è un reato perseguibile a querela di parte, cioè un delitto per cui l’autorità giudiziaria non può procedere in assenza di una querela proveniente dalla persona offesa. Nell’ambito del processo penale è possibile togliere efficacia ad una querela già sporta mediante l’istituto della “remissione di querela”; attraverso tale atto la denuncia-querela viene ritirata ed il processo penale termina a causa di una mancanza di condizione di procedibilità. Per tale ragione, l’amministratore di condominio che si è appropriato del denaro condominiale in modo indebito potrebbe (sempre che ci sia l’assenso da parte del condominio) decidere di restituire il maltolto in cambio di una remissione di querela che farebbe terminare immediatamente il procedimento penale al quale è sottoposto.

Quali sono i termini per depositare una querela?

Il termine per il deposito di una querela viene identificato dall’art. 124 c.p.p. in tre mesi (non 90 giorni) dal giorno della notizia del fatto che costituisce reato. Ciò che rileva non è  ne il giorno in cui il reato è stato consumato ne il giorno in cui è stata posta in essere la condotta criminosa, bensì il giorno in cui la persona offesa ha effettivamente avuto conoscenza del fatto criminoso. Al riguardo, la Suprema Corte ha affermato che “il termine per la presentazione della querela inizia a decorrere dal momento in cui la persona offesa abbia avuto la piena cognizione di tutti gli elementi di natura oggettiva e soggettiva che consentono la valutazione sulla consumazione del reato” (cfr. Cass. pen., sez. IV, 3 aprile 2008, n. 13938).
Con riferimento all’appropriazione indebita, pertanto, ciò che conta ai fini del calcolo dei termini per la presentazione della querela è il giorno in cui il condominio per la prima volta ha effettiva conoscenza dell’illecito; giorno da individuarsi nella prima assemblea condominiale utile nella quale viene esposta la questione a tutti i condomini.

Avvocato Alessandro TerracinaPer tale ragione, si ribadisce il consiglio dato all’inizio del presente articolo secondo cui, nell’assemblea condominiale, è opportuno convocare un avvocato penalista – considerati i tempi strettissimi per predisporre la querela – che possa valutare la situazione e consigliare al meglio circa l’opportunità o meno di predisporre una querela.

Avv. Alessandro Terracina

 

 

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